Roma, 19 dicembre 2012
Rinnovo CCNL Telecomunicazioni
Comunicato ai Lavoratori
Nella notte di sabato 15 dicembre u.s., dopo una trattativa proseguita ininterrottamente per quasi 40 ore, le Segreterie Nazionali, unitamente alla delegazione trattante presente al confronto, hanno dovuto prendere atto dell’assoluta indisponibilità delle controparti a definire un accordo per il rinnovo del contratto
scaduto da 12 mesi.
Dopo una prima fase del confronto incentratasi sulle richieste d’incrementi di flessibilità e di contenimento dei costi avanzate dalle controparti datoriali, richieste che la delegazione sindacale ha analizzato nel merito respingendo alcuni punti irricevibili e negoziando sugli altri temi condizioni che potessero offrire possibilità
d’incremento di orari (e quindi di salari) al personale operante nei customer, al momento di negoziare il tema delle clausole sociali ha visto riemergere il forte ostracismo di parte delle imprese e l’impossibilità a proseguire il confronto.
Tutto ciò nonostante l’invito rivolto dalla Commissione di Garanzia alle controparti datoriali a negoziare clausole sociali a tutela dell’occupazione nell’interesse generale del Paese.
Appare evidente il paradosso per cui, mentre le imprese si sentono legittimate a chiedere elementi di flessibilità e riduzione dei costi, al momento di impegnarsi con una norma che indichi, in caso di appalto di attività, come criterio vincolante per la scelta dell’impresa il contratto delle telecomunicazioni, ci si trova di fronte ad imprese che invocano “la libertà d’impresa” per giustificare che vogliono avere mano libera sul
futuro.
Così ne emergerebbe una condizione per cui i committenti si troverebbero a beneficiare delle novità introdotte mentre ci sarebbe la più totale deresponsabilizzazione rispetto a garantire quanto da loro stessi negoziato.
Il metodo utilizzato per respingere le richieste del sindacato appare ancora più spiacevole. Infatti, ci si nasconde dietro frasi incomprensibili che mettono in sequenza parole senza far assumere impegni precisi se non generici richiami all’eticità delle imprese coinvolte.
La replica della delegazione trattante è stata netta e precisa. L’unico codice etico da applicare è il contratto di lavoro. Questo rappresenta un vincolo per i lavoratori e le loro rappresentanze e stupisce apprendere che per le imprese non assume lo stesso valore.
Per quanto attiene la parte economica, infine, pur non essendoci state le condizioni per approfondire la materia, le imprese hanno ripetutamente ricordato la pesante crisi che investe il nostro Paese che crea l’assoluta impossibilità di riconoscere un adeguamento economico in grado di garantire il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni.
La rottura del confronto avrà un impatto molto negativo per l’assetto relazionale del settore. Infatti, il sindacato promuoverà azienda per azienda iniziative finalizzate a modificare l’impostazione sino a ora adottata.
Si tratta ora di attrezzare la vertenza per dare una risposta dura alle anacronistiche posizioni assunte dalle controparti al tavolo.
In particolare, le Segreterie Nazionali hanno individuato le seguenti linee di azione:
- Richiesta di spostare il confronto in sede di Ministero del Lavoro;
- Assemblee, entro il mese di gennaio, su tutti i luoghi di lavoro per informare i lavoratori e predisporre le future iniziative di lotta;
- Avvio delle procedure per la proclamazione del blocco delle prestazioni accessorie, straordinarie e della reperibilità non appena trascorso il periodo di franchigia imposto dalle leggi vigenti;
- Convocazione, nel mese di febbraio, di un attivo nazionale dei delegati per proclamare lo sciopero generale della categoria e definire le iniziative pubbliche a sostegno della vertenza.
Nel frattempo, ogni confronto aziendale, ad eccezione di quelli derivati dall’apertura di procedure di mobilità, teso a riorganizzare le aziende, firmare accordi formativi, definire nuove articolazioni degli orari dovrà essere sospeso sino al rinnovo del contratto.
A livello territoriale andranno avviate tutte le iniziative di volantinaggio, presidio, manifestazione nei confronti di ogni iniziativa pubblica che coinvolga le aziende del settore.
Le richieste avanzate dai lavoratori sono giuste, socialmente responsabili ed economicamente compatibili, chi si è preso la responsabilità di respingerle dovrà assumersene tutte le responsabilità davanti ai lavoratori del settore e alle istituzioni.
C’è chi crede che questo Paese abbia un futuro e chi opera per affossare ogni speranza. Facciamo in modo che questi non vincano.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL