mercoledì 17 settembre 2014

Call Center - Dichiarazione Stampa di Michele Azzola


Call Center
Dichiarazione Stampa di Michele Azzola

Renzi basta con la solidarietà, servono atti concreti

Se Renzi decidesse veramente di occuparsi della crisi occupazionale che sta investendo i Call Center, sarebbe sufficiente che il Governo recepisse la Direttiva Europea n° 23 del 2001, estendendo le tutele previste dall’articolo 2112 del codice civile anche ai cambi di appalto.

Nella vertenza che vede contrapposte British Telecom e Accenture, l’assenza di una normativa puntuale sta determinando un’aberrazione dei comportamenti. Siamo al punto per cui il fornitore del servizio dovrebbe pagare il cliente per rendergli il ramo d’azienda acquisito anni prima.
Non ci è mai successo in tanti anni di trovarci di fronte a una vertenza di questo tipo. Per dare garanzie occupazionali ai 262 lavoratori di Palermo, Accenture dovrebbe pagare British Telecom
che solo in questo caso si riprenderebbe il suo ex ramo aziendale, minacciando come alternativa l’assunzione di nuovo personale nonostante in azienda sia presente un accordo per la solidarietà che riduce l’orario di lavoro anche degli addetti di questa attività.

La crisi dei call center che sta attraversando l’Italia non ha eguali in nessun altro Paese europeo, dove le aziende si trovano a fare i conti unicamente con la crisi. In Italia no: il fenomeno dipende quasi esclusivamente da un vuoto normativo che permette di cambiare il fornitore dei servizi, che a tal punto licenzia tutto il personale occupato su quella attività, solamente per abbassare i costi dell’appalto. Una competizione che oltre ad ammazzare la professionalità e la qualità del servizio prestato, apre inevitabilmente la strada alle delocalizzazioni verso Paesi a minor costo della manodopera.

Il Governo presieduto da Renzi sa benissimo vista la lunga trattativa condotta dal vice ministro Claudio De Vincenti, che sarebbe sufficiente prevedere le clausole sociali, nei caso di cambi da appalto, che tutelino l’occupazione esistente, esattamente come disciplinato dagli altri Paesi Europei in rispetto alla Direttiva Europea sulla tutela dell’occupazione.

La paura del cambiamento e le resistenze sollevate dalla parte più retriva del mondo delle imprese ha impedito sino ad ora una scelta definitiva da parte del Governo. Speriamo solo di non continuare a ricevere pacche sulle spalle (il Ministro Poletti nel Call Center di Almaviva, Renzi con Accenture) ed assistere invece ad un atto semplice in grado di cambiare in meglio il mercato dei call center. Nel caso opposto Renzi dovrebbe spiegare perché le tutele esistenti negli altri Paesi europei non possono essere applicate anche in Italia e perché la vita dei tanti lavoratori e lavoratrici dei call center siano sacrificabili in nome di un mercato completamente privo di regole e in cui la responsabilità sociale restano termini buoni solo peri i convegni pubblici.

E’ evidente che se nell’incontro di domani non ci sarà un impegno preciso del Governo ad intervenire su questo stato di cose e la vertenza Accenture / British Telecom resterà senza soluzione, sarà necessario produrre una nuova mobilitazione del settore per chiedere il rispetto delle regole europee.

Roma, 15 Settembre 2014

giovedì 4 settembre 2014

Comunicato Sindacale Wind-Retail

COMUNICATO
Wind Retail: Basta con lo stillicidio delle chiusure! 
L'azienda faccia chiarezza sul piano di sviluppo!

Continua lo stillicidio di chiusure di punti vendita di Wind Retail: fra la fine di luglio e quella di agosto ne sono state annunciate altre tre. Chiusure che contestiamo radicalmente nel metodo e nel merito.
Nel metodo perchè tutto avviene nel più completo spregio delle relazioni sindacali (relazioni che gia in condizioni "normali sono pressoché inesistenti, sopratutto sui territori). Spesso ai lavoratori viene notificato l'avvio delle procedure di licenziamento individuale con semplice raccomandata ed il sindacato viene coinvolto, nella migliore delle ipotesi, a cose fatte.
Nel merito perchè a questo punto appare evidente un cambio di strategia industriale dell'azienda. Quando si chiudono punti vendita in luoghi dove, di contro, si aprono realtà in franchising è evidente che l'azienda stia  scegliendo un modello differente rispetto a quello che, come sindacato, invece condividemmo alla nascita di Retail. Se questo dovesse essere l'effettivo progetto è chiaro che ci troveremmo, nel giro di pochi mesi, di fronte al rischio reale di un forte ridimensionamento occupazionale (anche perchè ad oggi, anche a causa dell'assenza di relazioni sindacali stabili, i casi di ricollocamento nell'azienda o nel gruppo sono stati davvero limitati). E' evidente che una prospettiva simile non potrà che vederci fortemente contrari.
A questo punto chiediamo all'azienda di fermare le procedure in corso e di convocare in tempi rapidissimi un incontro alla presenza dei responsabili massimi di Wind Retail. Non si può più rimandare un confronto serio sulle reali prospettive che il management ha in mente.

Roma,1 Settembre 2014


Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEl-CISL e UILCOM-UIL