lunedì 30 settembre 2013

Comunicato Congiunto: SERVE UN VERO GOVERNO DEL PAESE

SERVE UN VERO GOVERNO DEL PAESE
Cgil, Cisl e Uil esprimono la loro preoccupazione per la crisi istituzionale causata dall’irresponsabilità di chi vorrebbe anteporre gli interessi personali alle condizioni del Paese. L’incertezza di queste ore determina gravi ripercussioni sulla nostra economia e rischia di far aumentare la pressione fiscale sul lavoro e sulle pensioni.
Cgil, Cisl e Uil ribadiscono che occorre una buona legge di stabilità che inverta le scelte recessive compiute in questi anni: non si può immaginare un’uscita dalla crisi senza puntare sul lavoro e sulla buona occupazione. Per questo serve un vero Governo del Paese, capace di compiere le scelte necessarie a rispondere alle richieste del mondo del lavoro.
In ragione di ciò, Cgil, Cisl e Uil chiedono che la legge di stabilità preveda:
  •  un’ effettiva restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati;
  •  una riduzione fiscale alle imprese collegata agli investimenti e all’ occupazione
  •  il completo finanziamento della cassa integrazione in deroga e la definitiva soluzione al problema degli esodati e dei precari della Pubblica amministrazione, della scuola e della ricerca

È essenziale che la legge di stabilità determini una riduzione del livello di tassazione, non solo in nome della giustizia fiscale, ma per la necessità di rilanciare investimenti, consumi e occupazione che non possono crescere se si accentua l’impoverimento di lavoratori e pensionati.
È, inoltre, irrinunciabile che la legge di stabilità compia scelte di politica industriale e di investimenti, senza le quali le grandi imprese di rete fondamentali per lo sviluppo, come Telecom e Alitalia, e grandi gruppi industriali, come Finmeccanica e quelli siderurgici, perdono la loro funzione e rischiano di essere svenduti.
Infine, bisogna affrontare il nodo della spesa pubblica, abbandonando la dannosa logica dei tagli lineari e realizzare, invece, un vero riordino istituzionale e una riduzione della spesa corrente attraverso i costi standard, avviando un processo contrattuale di riorganizzazione della pubblica amministrazione.
L’assenza di queste scelte e una legge di stabilità ragionieristica determinerebbero un ulteriore peggioramento delle condizioni dei lavoratori, dei pensionati e delle imprese e, soprattutto, una diminuzione dei livelli occupazionali.
Affinché non continui quello stato di ingovernabilità del Paese che impedisce la realizzazione di tutte queste necessarie riforme, occorre che il Parlamento cambi la legge elettorale, ridando ai cittadini la possibilità di scegliere, superando la logica personalistica della politica e ricostruendo un clima di fiducia nelle istituzioni della Repubblica.
Cgil, Cisl e Uil impegnano le loro strutture ad attuare, da subito, assemblee in tutti i luoghi di lavoro, a indire presidi in tutti i territori e a organizzare, nelle giornate di sabato e domenica prossima, volantinaggi con le nostre proposte nelle piazze e nei punti di maggiore incontro dei cittadini.
Roma, 30 settembre 2013

giovedì 26 settembre 2013

Comunicato Stampa di Michele Azzola sulla vendita Telecom

Telecom: chi parla di opportunità non sa di che cosa parla


“Si susseguono commenti politici che individuano come opportunità l’acquisizione del controllo di Telecom da parte di Telefonica. Mi piacerebbe sapere a cosa si riferiscano.” Questo il commento di Michele Azzola, segretario nazionale di Slc Cgil, alle dichiarazioni rilasciate da esponenti del Governo e di forze politiche in merito alla vicenda Telecom.

“L’acquisizione dell’azienda – prosegue il sindacalista - comporterà la necessità di svendere le società in Brasile e Argentina (vero e proprio motore di propulsione per lo sviluppo del Gruppo) per problemi di Antitrust, la totale incertezza sugli investimenti che saranno realizzati sull’ammodernamento della rete e ricadute occupazionali rilevantissime soprattutto nei settori dell’innovazione, dell’It e dello sviluppo oltre all’incognita sugli oltre 10000 addetti alle attività di customer. In tutto questo non vedo traccia di opportunità alcuna.”

“Chi oggi si lava la coscienza con dichiarazioni di questo tenore o con pilateschi richiami ad un semplice affare tra privati, si sta assumendo la responsabilità di velocizzare il declino industriale del Paese, mettendo a rischio l’innovazione delle reti di telecomunicazione e la possibilità del Paese di ammodernarsi oltre a decretare la fine della compagnia telefonica nazionale.”

“Imbarazzante il richiamo allo scorporo della rete da riportare in mano pubblica – conclude Azzola: primo perché tale bene è di proprietà di Telecom e difficilmente Telefonica ci rinuncerà; poi perché tale soluzione rischia di essere peggio del problema che si vuole risolvere. Non a caso non è stata adottata da nessun Paese al mondo.”

“Telecom ha bisogno di un aumento di capitale. Il management ha il dovere, viste le dichiarazioni rilasciate dal presidente Bernabè all’audizione al Senato, di uscire allo scoperto per garantire tutti gi azionisti. Il Governo ha le condizioni per riaprire la partita e garantire l’asset strategico nella disponibilità del Paese.”


Roma, 25 Settembre 2013

mercoledì 25 settembre 2013

VENDITA TELECOM: COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO CGIL e SLC

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO CGIL e SLC

Nel mentre il Presidente del Consiglio tenta di promuovere l’Italia all’estero e nel totale silenzio della politica, è strato raggiunto l’accordo per l’acquisto della quota di controllo di Telecom Italia da parte di Telefonica
E’ la prima volta che un asset strategico per il futuro del Paese è acquisito da un’impresa straniera, senza che ci sia stata una preventiva discussione pubblica sulle ricadute e sugli interessi del Paese e, in assenza di un deciso cambio di passo, quanto avvenuto è destinato a ripetersi fin dalle prossime settimane.
Siamo in presenza di un’operazione i cui contorni sono inquietanti perché i problemi di sottocapitalizzazione di Telecom e l’ingente debito che ne paralizza le capacità d’investimento sono tutt’altro che risolti, anzi potrebbero essere aggravati dalla situazione finanziaria di Telefonica a sua volta caratterizzata da un elevatissimo tasso di indebitamento.
E’ evidente, che se i contorni di un possibile piano industriale fossero la vendita di Tim in Brasile e Argentina, riorganizzando l’azienda attraverso la cessione di assets strategici quali le attività di customer e quelle dell’informatica per poi procedere alla fusione per incorporazione di Telefonica e Telecom Italia saremmo in presenza di un’operazione che fa uscire l’Italia dal settore delle telecomunicazioni, togliendo al Paese la possibilità di indirizzare gli investimenti e potenziare la rete, condizioni imprescindibili per il rilancio dell’economia. 
In tal caso le ricadute occupazionali sull’attuale perimetro di Telecom Italia potrebbero essere
incalcolabili.
La situazione determinatasi, conseguenza diretta degli errori commessi durante la privatizzazione le cui conseguenze negative hanno portato Telecom Italia a passare da 5° operatore mondiale di telefonia con 120.000 dipendenti a un’azienda sottocapitalizzata e indebitata in misura spropositata, deve vedere una pronta reazione al fine di evitare i rischi per il Paese e ridare un quadro di certezze e di trasparenza nei confronti dei 46.000 dipendenti diretti e delle altre decine di migliaia di lavoratori indiretti che dipendono dall’azienda stessa.
Il Governo deve convocare immediatamente gli azionisti di riferimento di Telecom Italia e le Parti Sociali per verificare quale sia il progetto industriale su Telecom, come si pensi di affrontare il tema della sottocapitalizzazione e degli investimenti necessari a rinnovare la rete, elemento strategico per l’ammodernamento dell’intero Paese.
Nel caso non vi fossero gli elementi di chiarezza necessari, i Ministeri competenti dovranno esercitare i poteri previsti dalla golden share per dettare tutte le condizioni necessarie a salvaguardare gli interessi generali e le tutele occupazionali di migliaia di lavoratori.
La stabilità non può rappresentare un valore a prescindere da quel che accade all’economia reale del Paese, e l’Italia non può permettersi di perdere ulteriori opportunità per poter tornare a crescere. Il sindacato è determinato a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per evitare che ulteriori errori facciano pagare ai dipendenti e al Paese un ulteriore prezzo che riteniamo insopportabile quanto ingiustificato.

Roma, 24 settembre 2013

giovedì 19 settembre 2013

Chiusure collettive 2013-2014 - Testo dell'Accordo

Potete trovare qui il testo dell'accordo redatto il giorno 11 Settembre 2013 fra WIND Telecomunicazioni S.p.A. e le OO.SS SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL riguardante i periodi di chiusura collettiva nell'anno 2013 e 2014.

Riassumiamo di seguito i periodi concordati:

     2013
- 24, 27, 30 e 31 dicembre

     2014
- 2 e 3 gennaio
- 22, 23 e 24 aprile
- 24, 29, 30 e 31 dicembre.

Le RSU SLC-CGIL WIND della sede di Ivrea

lunedì 16 settembre 2013

Assemblea Sindacale 19 settembre

Comunicato Sindacale

 WIND
Giovedì 19 Settembre   
ASSEMBLEA RETRIBUITA DI UN’ORA


Ordine del giorno:

Verbale di accordo 11 Settembre

Situazione logistica sede di Ivrea

Varie e eventuali

Le assemblee avranno luogo nei seguenti orari:

 

dalle 10.00 alle 11.00

e dalle 16,00 alle 17,00

presso la Sala 1 PU2 piano terra

  

 

                                                             Ivrea 16 Settembre 2013

RSU Wind della sede di Ivrea

lunedì 9 settembre 2013

Confindustria-Sindacati: Testo per la crescita

Confindustria e Sindacati il 2 settembre hanno composto congiuntamente un documento che elenca le priorità del Paese affinché sia possibile finalmente una crescita.
Potete visionare il testo qui.

giovedì 5 settembre 2013

Incontro Wind OO.SS. 11 settembre 2013

E' pervenuta una richiesta di incontro da parte di WIND con le Organizzazioni Sindacali che avverrà il giorno 11 settembre 2013 presso la sede di Unindustria a Roma.
Oggetto dell'incontro:
Verifica sulle previsioni dell'accordo del 10-12-2012 in materia di ferie e permessi.