Data pubblicazione: 19/06/2013
TLC:
COMUNICATO SINDACATI - ASSTEL
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Malgrado crescano linee mobili (+ 27%) e spesa in terminali mobili (+
20%), i ricavi i Operatori Tlc calano complessivamente del 5%, con un
picco di - 10% per la voce mobile e, per la prima volta, scendono anche
per la banda larga fissa (-0,1%).
Copertura a banda larga (Adsl+3G) al 95,6% della popolazione, in
linea con Ue5, ma utilizzo fermo al 55% delle famiglie, a fronte del 77%
della Francia, 82% della Germania, 67% della Spagna e l’86% dell’Uk.
“Il passo più importante che attende il Governo oggi è garantire che
le misure dell’Agenda digitale già decise e approvate in sede
legislativa siano finalmente attuate. Non vi è più alcuna
giustificazione per ulteriori ritardi”.
Roma, 19/6/2013 – Si è tenuto oggi a Roma il 3° Forum della filiera
delle Telecomunicazioni, con la partecipazione dei vertici di
Assotelecomunicazioni-Asstel e delle aziende associate e dei segretari
generali di Slc/Cgil, Fistel/Cisl, Uilcom/Uil. Il Forum è un momento di
analisi e approfondimento dei trend e delle prospettive del settore e
costituisce un appuntamento importante del percorso di relazioni
industriali negoziali e partecipative previsto dal contratto collettivo
nazionale di lavoro. Obiettivo del Forum è condividere una visione di
scenario fra le Parti, per compiere azioni congiunte per lo sviluppo
del settore. Oggetto e stimolo di discussione dell’incontro, sono stati i
risultati del “Rapporto sulla filiera delle Telecomunicazioni in Italia
2013” predisposto dalla società di consulenza Analysys Mason,
elaborato, sulla base delle indicazioni delle Parti, e dei dati forniti
dalle imprese associate ad Asstel, nonchè ad Anitec e Assocontact,
nonché Italtel.
Analisi di scenario
Il 2012 è stato un anno molto negativo per la filiera delle
telecomunicazioni, con un calo di tutti gli indici economici e
ripercussioni sull’occupazione.
Nel 2012, il fatturato complessivo della filiera (Operatori di Tlc,
fornitori di apparati e terminali, call center), pari a 48,6 miliardi di
euro ha perso il 2,4% su base annua. Scomponendo la filiera si
evidenzia che la perdita maggiore è stata subita dai ricavi degli
operatori di Tlc, a cui si deve circa l’80% del totale dei ricavi del
settore, scesi del 5%. Un calo della stessa entità si è verificato per i
fornitori di apparati. Il comparto dei call center, pur evidenziando
una crescita del fatturato del 3%, ha però mantenuto il margine a
livelli molto bassi (circa il 5%), il che vuol dire che anche queste
imprese sono mediamente in perdita.
Entrando nel dettaglio, si nota la contrazione per le componenti da
rete fissa e mobile, effetto sia della diminuzione dei prezzi dovuto
alla pressione della concorrenza che della maggiore propensione al
risparmio degli utenti a causa della crisi. Particolare rilevanza assume
il calo dei ricavi da rete mobile di - 4.7%, in cui la componente voce
retail scende addirittura di -10%, non compensata dalla bassa crescita
del 3% registrata dal segmento dati. Sulla rete fissa, mentre continua
la perdita di fatturato, appare per la prima volta il segno negativo dei
ricavi da banda larga: - 0,1% nel 2012, (era stato +3,7% nel 2011).
Su queste basi, il contributo che la filiera delle Tlc offre
all’economia italiana, l’anno scorso è sceso all’1,6% del Pil, che
rappresenta il livello minimo negli ultimi 15 anni. Per comprendere la
gravità della crisi che colpisce il settore basti pensare che nel 2005
le Tlc hanno apportato il 2,8% del Pil.
In sei anni, i ricavi degli Operatori Tlc italiani si sono ridotti di
circa il 18%, ben più che negli altri mercati Ue5 (Italia, Francia,
Germania, Spagna, Regno Unito), a causa di fenomeni strutturali del
settore quali la forte competizione e l’impatto della regolamentazione
sulle tariffe di terminazione, su cui si sono innestati, nel 2008, la
crisi economica che ha indebolito il potere di acquisto delle famiglie e
capacità d’investimento delle imprese e, negli ultimi anni, il ritardo
che l’Italia viene accumulando nell’attuazione dell’Agenda digitale.
Sul fronte dell’occupazione, nel 2012 si è avuto un calo complessivo
degli addetti del 5%, ma all’interno della filiera continua ad aumentare
il lavoro femminile (+1%) e il part-time (+2%). All’inizio del 2013 è
stato firmato il rinnovo del Ccnl, che riguarda circa 160.000 addetti e
negli ultimi mesi, sono, inoltre, state sottoscritte importanti intese
aziendali per ridurre gli effetti della crisi.
Crescono investimenti (primi in Ue5) e infrastrutture (in linea con Ue5)
Nonostante la crisi e le prospettive di mercato rendano più incerti i
ritorni, nel 2012, gli investimenti degli Operatori Tlc italiani sono
cresciuti del 6%. In questo modo l’Italia mantiene il più alto livello
di investimenti in proporzione ai ricavi, pari al 16,3%. Lo stesso
indice per la Francia è il 12,2%, per la Germania il 10%, Spagna 11,8%,
Uk 11,8%.
La dotazione infrastrutturale di banda larga si è espansa con +9% di
tracciato in fibra ottica che ha così raggiunto i 234.000 km; +9% Dslam
installati per un totale di oltre 28,6 milioni di linee fisse attestate
a fine 2012 (+25% rispetto al 2011); +7% di stazioni radiobase per un
totale di 94.000 stazioni operative per la rete mobile. In aggiunta,
nel 2012, gli Operatori hanno dato impulso operativo allo sviluppo delle
reti a banda larga di nuova generazione fisse (Fttc, Ftth) e mobili con
l’Lte, tecnologia che andrà a eliminare il digital divide assicurando
la copertura a circa 4500 comuni. Alla fine del 2012 risultava
investito circa il 20% del budget del Piano Nazionale Banda Larga, in
virtù del quale il digital divide è stato ridotto di 1,2 p.p.
Allo stato attuale, nel nostro Paese l’infrastruttura a banda larga
(Adsl + 3G) raggiunge il 95,6% della popolazione, dato del tutto in
linea con la media Ue5 e con gli obiettivi dell’Agenda digitale europea
fissati per il 2015. La copertura Adsl, in particolare, alla velocità
di almeno 2 Mb/s riguarda il 90,6% della popolazione, di cui il 34,9%
può usufruire di connessioni tra 2 e 20 Mb/s e il 55,7% ad almeno 20
Mb/s.
Il ritardo italiano si manifesta nel ridotto tasso di domanda della
banda larga da parte della popolazione, nonostante il nostro Paese abbia
la leadership in Europa nella banda larga mobile. L’Italia, infatti,
resta il Paese con il più basso utilizzo della banda larga tra i Paesi
Ue5 attestandosi al 55% delle famiglie, a fronte del 77% della Francia,
82% della Germania, 67% della Spagna e l’86% dell’Uk.
Il quadro, tuttavia, è nettamente diverso tra mobile e fisso. Da un
lato, grazie a un’ulteriore forte crescita delle linee mobili, +27% nel
2012 (-2% nel resto della UE5) e della spesa per i terminali mobili
(smartphone e tablet) + 20%, siamo in testa sulla penetrazione della
banda larga mobile, che raggiunge il 14% della popolazione, mentre in
Francia e Spagna siamo al 5%, in Germania al 7% e in Uk all’8%.
Dall’altra stiamo aumentando il divario con gli altri paesi sulla
penetrazione della banda larga fissa
Abitudini di consumo e bassa adozione di sistemi IT avanzati nelle
imprese hanno un peso rilevante sullo utilizzo di Internet e lo scarso
sviluppo dell’e-commerce in Italia. Se si considera la percentuale di
individui e di imprese che hanno effettuato transazioni online negli
ultimi 12 mesi, in Italia abbiamo rispettivamente il 17% e il 4%, a
fronte del 57% e 11% della Francia, del 65% e 22% della Germania, del
31% e 13% della Spagna e del 73% e 18% dell’Uk.
Valutazioni e risposte emerse dal confronto fra le Parti
- In
Italia finalmente lo sviluppo digitale sembra entrato nell’agenda di
governo e va maturando la consapevolezza che sia il motore per il
rilancio della crescita economica e la modernizzazione e
razionalizzazione della Pubblica Amministrazione.
- L’espansione
e l’evoluzione tecnologica delle Tlc restano fattori strategici, ma i
piani degli Operatori potrebbero essere ancora più ambiziosi con un
quadro di regole capace di valorizzare le potenzialità del settore e
favorire gli investimenti.
- Con il
decreto Crescita 2.0, l’istituzione dell’Agenzia per l’Italia digitale e
la recente assunzione da parte della Presidenza del Consiglio della
responsabilità per l’attuazione dell’Agenda digitale, si è finalmente
aperta una strada concreta in questa direzione, ma da un lato il
panorama è ancora incompleto - manca del tutto una strategia per lo
sviluppo dell’e-commerce e per l’alfabetizzazione digitale degli adulti -
dall’altro l’attuazione di quanto già definito stenta eccessivamente.
In questo periodo abbiamo, infatti, riscontrato una radicata resistenza
al cambiamento da parte di ostacolisti presenti in gangli vitali della
Pa.
- I casi
delle linee guida che l’Ispra deve emanare sulle modalità di misurazione
dell’emissione elettromagnetica, atto necessario per lo sviluppo
dell’Lte, delle resistenze che stanno incontrando le tecnologie più
moderne di scavo per la posa in opera della fibra ottica, , dell’impasse
sull’adozione di una soluzione per risolvere l’esaurimento degli
indirizzi IPv4, testimoniano il permanere, dentro le varie
amministrazioni coinvolte, di un atteggiamento conservativo e miope a
tutela della situazione esistente, che di fatto penalizza gli
interventi innovativi e allunga a dismisura i tempi della loro
realizzazione.
- Oggi il
passo più importante e urgente che attende il Governo è garantire che
le misure già decise e approvate in sede legislativa siano finalmente
attuate nel senso più favorevole alla realizzazione delle infrastrutture
digitali e all’innovazione. Non vi è più alcuna giustificazioni per i
ritardi subiti finora.
- Nel
corso del 2012, le aziende hanno posto in essere azioni, tuttora in
atto, di contenimento dei costi, individuando negli investimenti in
innovazione tecnologica e organizzativa il principale mezzo per
fronteggiare la crisi e aumentare la produttività. Pur in questa
situazione di oggettiva difficoltà, il senso di responsabilità delle
Parti sociali ha portato all’inizio di quest’anno al rinnovo del Ccnl,
che prevede importanti misure finalizzate al recupero di efficienza e a
sostegno dell’occupazione. Alla base vi è la comune fiducia in una
prospettiva di sviluppo del settore e nel mantenimento di un quadro
positivo di relazioni industriali aperto all’innovazione come elemento
di garanzia per tutti gli attori.