CALL CENTER
11 MARZO 2016
SCIOPERO
DELL’INTERA GIORNATA DI LAVORO
E MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA PER
FARE APPLICARE LE LEGGI CHE IL PARLAMENTO HA VOTATO
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Al Ministero del Lavoro e a quello dello Sviluppo Economico, il Governo ha deciso di non decidere, lasciando che il settore intero precipiti in una crisi senza
precedenti.
La recente approvazione delle c.d. “clausole sociali” nel cambio di appalto delle attività di call center
è già messa in discussione.
Due tra le principali imprese italiane, controllate direttamente dallo Stato, Poste Italiane ed Enel,
assegnano le attività al massimo ribasso a importi del tutto insufficienti per retribuire il solo costo
del contratto collettivo di settore senza prevedere l’impegno per i vincitori di garantire la continuità
occupazionale per il personale già occupato.
Altre gare assegnate in questi giorni da operatori telefonici e assicurazioni rischiano di consumarsi
con lo stesso principio, alimentando l’aggregazione con aziende non operanti direttamente nel
settore dei contact center e non munite della necessaria competenza per questo specifico settore; il
settore è ad un bivio, ci sono esperienze positive come gli investimenti su Comdata e su Visiant e
altre che lasciano dubbi e perplessità sulla credibilità industriale e finanziaria di possibili acquirenti,
come nel caso di E‐care e Datacom etc. Il Sindacato è chiamato a vigilare come non mai per evitare
che il mancato rispetto di regole e Leggi di questo Paese spingano l’intero settore nelle mani di aziende spregiudicate con la conseguente distruzione di tutti i livelli occupazionali.
Settore che conosce, usa e analizza i dati sensibili di milioni di persone.
In questo modo oltre 4000 addetti, dipendenti da Abramo, Almaviva, Call & Call, Gepin, Uptime e
altre, si troveranno nei prossimi mesi a perdere il loro posto di lavoro nonostante la legge votata dal
Parlamento gli garantisse una continuità occupazionale.
Analogamente, si è impedito ai cittadini italiani il diritto di scegliere, anche in questo caso diritto
garantito da una legge votata dal Parlamento nel 2012, se essere serviti da operatori collocati in Italia o all’estero, consentendo a tantissime attività di essere trasferite in Paesi stranieri con basso costo del lavoro e insufficienti indici di sicurezza informatica, aumentando il numero degli esuberi presenti nei call center.
Nel contempo, il governo ha deciso di inquadrare, dal punto di vista previdenziale, l’intero settore nel “terziario” lasciando ai lavoratori solo la possibilità di utilizzare ammortizzatori sociali in deroga, del tutto insufficienti per garantire le gravi crisi presenti.
Il risultato finale dell’assenza di volontà di far applicare e rispettare le leggi votate dal Parlamento Italiano e l’incomprensibile decisione di modificare la collocazione previdenziale del settore escludendolo dagli ammortizzatori ordinari, ha prodotto oltre 8000 esuberi di cui almeno la metà vedrà aprire le procedure di licenziamento già nel mese di marzo p.v..
In questo modo migliaia di cittadine e cittadini dopo aver sperato che le recenti modifiche legislative avrebbero garantito loro la continuità occupazionale o evitato che il loro lavoro si trasferisse in Albania o Tunisia, sprofondano nel baratro della disillusione, aumentando la distanza con le Istituzioni, lasciando loro solo la strada della protesta.
L’atteggiamento del Governo e delle principali imprese italiane si mostra, ancora una volta, del tutto disinteressato alle sorti di migliaia di lavoratori, concentrati prevalentemente nel centro sud del Paese, che rappresentano quell’Italia che non si è arresa e che nonostante ambizioni personali molto diverse (il tasso di scolarità dell’intero settore è molto elevato) si è rimboccato le maniche ed ha accettato il lavoro del call center.
Quel lavoro che oggi gli si vuole togliere.
Tutto questo è inaccettabile.
Per questo è proclamata una prima giornata di sciopero nazionale per l’intero settore per
VENERDÌ 11 MARZO 2016
CON MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
per chiedere al Governo di far applicare e rispettare le leggi già votate dal Parlamento Italiano.
La legge può e deve essere uguale per tutti.
Le Segreterie Nazionali
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