venerdì 8 maggio 2015

COMUNICATO NAZIONALE SLC CGIL: CALL CENTER

Sindacato Lavoratori Comunicazione
Roma, 7 maggio 2015 

CALL CENTER: ULTIMO ATTO 

Con la decisione di Transcom e Teleperformance di dividere le loro filiali italiane in più società,  separando le commesse buone e redditizie da quelle più esposte agli effetti nefasti dell’assenza di regole negli appalti del mercato dei call center, nei fatti si sta ufficializzando l’uscita dal mercato italiano di due delle realtà più importanti nel mercato mondiale dei call center.
  
Aziende che nel mondo sono diventate “colossi” con decine di migliaia di dipendenti, decidono di arrendersi all’anarchia del mercato italiano che impedisce alle aziende strutturate e serie di operare rispettandole regole.

Questo è il frutto dell’immobilismo di un esecutivo che non vuole far rispettare una propria legge in materia di regolamentazioe delle delocalizzazioni dei servizi di call center e di tutela dei dati sensibili dei propri cittadini (l’Art. 24 bis della Legge 134/12) per la quale si sono sprecati gli annunci di esponenti del Governo e le risposte alle interrogazioni parlamentari che sono stae smentite sistematicamente in quanto la legge non viene rispettata da nessuna azienda.

Dalla soggezione del Governo dinanzi alle lobbies dei grandi committenti che stanno avversando in tutti i modi una normativa su cambi d’appalto nei call center che avvicini l’Italia al resto d’Europa per impedire cambi di appalto che hanno come unico scoo il risparmio sul costo del lavoro (norma vietata in tutti i Paesi Europei) e che permettono, grazie alle normative fortemente volute dal Governo Renzi sul lavoro, di sostituire i lavoratori esistenti con lavoratori nuovi, meno costosi perché garantiti da sgravi contributivi che peseranno sulle casse dell’Inps nei prossimi anni.

Decontribuzione e Job Acts, norme che alterano gravemente la concorrenza di mercato, che creano l’effetto perverso di chiudere le aziende “vecchie” per crearne di nuove con un costo del lavoro più basso per poter vincere le gare d’appalto aggiudicate con la logica del “massimo ribasso”, con buona pace del Tar del Lazio che invalida la gara ACEA proprio a causa del ricorso a questa pratica.

Governo e maggioranza, con lo slogan “cambieremo l’Italia”, pur a conoscenza dei problemi del mondo dei call center, dei costi economici che graveranno sulle spalle della collettività  e dei drammi sociali vissuti da migliaia di giovani lavorarici e lavoratori, non sono stati in grado di dare risposte, limitandosi a nascondersi dietro la convocazione di un tavolo di crisi specifico che da mesi non viene più convocato e nel quae sindacati e aziende dei call center continuano a lanciare grida di aiuto.

Ma nella migliore tradizione italica, il Governo si dimostra forte con i deboli e assolutamente appiattito sulle posizioni di chi, grazie a questo sistema allucinante per ogni Paese che si richiami a regole di mercato, continua a fare lauti guadagni sulle spalle dei lavoratori e delle tasse degli italiani.

E mentre tutto questo accade:
  
  • 186 lavoratori della sede di Call and Call di Milano andranno a casa il prossimo giugno;  

  • 360 lavoratori di Livorno hanno respiro sino a fine anno e poi saranno destinati al licenziamento;

  
  • 2000 lavoratori di Teleperformance devono scegliere fra decurtare per l’ennesima volta il proprio salario o essere abbandonati l proprio destino;

  
  • 10000 lavoratori di Almaviva hanno dovuto accettare un altro anno di contratti di solidarietà mentre la loro azienda continua aperdere commesse a causa delle continue richieste di ribasso;

  
  • 1800 lavoratori di ecare che per contribuire all’equilibrio dei conti della loro azienda devono “prestare” i propri permessi che rivedranno fra tre anni;

  
  • 2000 lavoratori di Infocontact che per continuare ad avere un posto di lavoro devono accettare il capestro di dimezzare le ore avorative;

  
  • 700 lavoratori di Gepin Contact ai quali verrà applicata una cassa integrazione onerossissima dietro la quale non si intravede nulla se non lo spettro della disoccupazione;

  
  • 400 lavoratori della 4you Servizi che a breve finiranno gli ammortizzatori sociali e poi avranno davanti a loro nient’altro cheil licenziamento.


Stiamo parlando di 20000 italiane ed italiani, la generazione dei trentenni, ai quali questo Paese non ha offerto nessuna opportunità e ai quali oggi decide di togliere anche la speranza facendogli perdee l’unico lavoro che erano riusciti a trovare e con il quale si erano costruiti un futuro.

Per non parlare del pessimo servizio reso ai cittadini italiani che quando chiamano un call center hanno l’impressione di entrare in un girone dantesco dal quale non trovano mai le risposte che cercano.

Il Governo continui a festeggiare  e brindare alle vittorie sulle riforme promesse, nel mondo reale le persone si stanno rendendo conto, per l’ennesima volta, che chi li governa non è impegnato a spendere al meglio le risorse pubbliche, tutelare i più deboli davanti allo strapotere di alcuni, di dare speranze e un futuro a chi, eroicamente, si sveglia ogni mattina e si reca sul proprio posto di lavoro per fare il proprio dovere.

Per questi la luna di miele con il Governo è già finita da un pezzo.
   







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