domenica 23 dicembre 2012

Comunicato Sindacale Rinnovo CCNL


Roma, 19 dicembre 2012

Rinnovo CCNL Telecomunicazioni
Comunicato ai Lavoratori

Nella notte di sabato 15 dicembre u.s., dopo una trattativa proseguita ininterrottamente per quasi 40 ore, le Segreterie Nazionali, unitamente alla delegazione trattante presente al confronto, hanno dovuto prendere atto dell’assoluta indisponibilità delle controparti a definire un accordo per il rinnovo del contratto
scaduto da 12 mesi.
Dopo una prima fase del confronto incentratasi sulle richieste d’incrementi di flessibilità e di contenimento dei costi avanzate dalle controparti datoriali, richieste che la delegazione sindacale ha analizzato nel merito respingendo alcuni punti irricevibili e negoziando sugli altri temi condizioni che potessero offrire possibilità
d’incremento di orari (e quindi di salari) al personale operante nei customer, al momento di negoziare il tema delle clausole sociali ha visto riemergere il forte ostracismo di parte delle imprese e l’impossibilità a proseguire il confronto.
Tutto ciò nonostante l’invito rivolto dalla Commissione di Garanzia alle controparti datoriali a negoziare clausole sociali a tutela dell’occupazione nell’interesse generale del Paese.
Appare evidente il paradosso per cui, mentre le imprese si sentono legittimate a chiedere elementi di flessibilità e riduzione dei costi, al momento di impegnarsi con una norma che indichi, in caso di appalto di attività, come criterio vincolante per la scelta dell’impresa il contratto delle telecomunicazioni, ci si trova di fronte ad imprese che invocano “la libertà d’impresa” per giustificare che vogliono avere mano libera sul
futuro.
Così ne emergerebbe una condizione per cui i committenti si troverebbero a beneficiare delle novità introdotte mentre ci sarebbe la più totale deresponsabilizzazione rispetto a garantire quanto da loro stessi negoziato.
Il metodo utilizzato per respingere le richieste del sindacato appare ancora più spiacevole. Infatti, ci si   nasconde dietro frasi incomprensibili che mettono in sequenza parole senza far assumere impegni precisi se non generici richiami all’eticità delle imprese coinvolte.
La replica della delegazione trattante è stata netta e precisa. L’unico codice etico da applicare è il contratto di lavoro. Questo rappresenta un vincolo per i lavoratori e le loro rappresentanze e stupisce apprendere che per le imprese non assume lo stesso valore.
Per quanto attiene la parte economica, infine, pur non essendoci state le condizioni per approfondire la materia, le imprese hanno ripetutamente ricordato la pesante crisi che investe il nostro Paese che crea l’assoluta impossibilità di riconoscere un adeguamento economico in grado di garantire il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni.
La rottura del confronto avrà un impatto molto negativo per l’assetto relazionale del settore. Infatti, il sindacato promuoverà azienda per azienda iniziative finalizzate a modificare l’impostazione sino a ora adottata.
Si tratta ora di attrezzare la vertenza per dare una risposta dura alle anacronistiche posizioni assunte dalle controparti al tavolo.
In particolare, le Segreterie Nazionali hanno individuato le seguenti linee di azione:

  • Richiesta di spostare il confronto in sede di Ministero del Lavoro;
  • Assemblee, entro il mese di gennaio, su tutti i luoghi di lavoro per informare i lavoratori e predisporre le future iniziative di lotta;
  • Avvio delle procedure per la proclamazione del blocco delle prestazioni accessorie, straordinarie e della reperibilità non appena trascorso il periodo di franchigia imposto dalle leggi vigenti;
  • Convocazione, nel mese di febbraio, di un attivo nazionale dei delegati per proclamare lo sciopero generale della categoria e definire le iniziative pubbliche a sostegno della vertenza.

Nel frattempo, ogni confronto aziendale, ad eccezione di quelli derivati dall’apertura di procedure di mobilità, teso a riorganizzare le aziende, firmare accordi formativi, definire nuove articolazioni degli orari dovrà essere sospeso sino al rinnovo del contratto.
A livello territoriale andranno avviate tutte le iniziative di volantinaggio, presidio, manifestazione nei confronti di ogni iniziativa pubblica che coinvolga le aziende del settore.
Le richieste avanzate dai lavoratori sono giuste, socialmente responsabili ed economicamente compatibili, chi si è preso la responsabilità di respingerle dovrà assumersene tutte le responsabilità davanti ai lavoratori del settore e alle istituzioni.
C’è chi crede che questo Paese abbia un futuro e chi opera per affossare ogni speranza. Facciamo in modo che questi non vincano.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

lunedì 17 dicembre 2012

Esito negativo trattativa CCNL


TLC: SINDACATI, ESITO NEGATIVO TRATTATIVA CCNL TLC
COMUNICATO STAMPA UNITARIO DEI
SEGRETARI GENERALI SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL

"Dopo un anno, ancora senza contratto i lavoratori del settore delle Telecomunicazioni. La trattativa, che è cominciata giovedì mattina, dopo 60 ore ininterrotte si è conclusa sabato notte senza accordo." Così dichiarano in una nota congiunta i segretari generali, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Massimo Cestaro, Vito Vitale e Bruno Di Cola.
"I temi che hanno impedito la prosecuzione del confronto sono, ancora una volta, quelli relativi alle cosiddette "clausole sociali" e alla estensione del ccnl TLC nel mondo degli appalti e subappalti largamente presenti nel settore. Ciò che è apparso davvero incredibile è stata la richiesta di Asstel (l'Associazione Datoriale del settore) di introdurre forme flessibili del lavoro e una sensibile contrazione dei costi contrattuali in particolare nel mondo dei call center, al fine di renderli più "competitivi" e poi, a fronte di una disponibilità sindacale in quella direzione, opporre un netto rifiuto affinché quello stesso contratto potesse trovare applicazione proprio nel sistema dei loro call center in appalto."
"In realtà - proseguono i sindacalisti - la sensazione è stata quella di un uso del tutto strumentale, da parte dei grandi committenti, utilizzando la parte più debole del settore, al fine di ottenere sconti per sè stessi e, al tempo stesso, mantenere la giungla e il ricatto occupazionale nella fascia meno protetta della loro filiera. Anteporre l'adozione di un generico "codice etico" alla più concreta e normale applicazione del contratto di lavoro è sembrata niente più che una buona intenzione, di fatto priva di qualsiasi efficacia."
"Occorre ricordare che su questi temi, i lavoratori hanno già speso due giornate intere di sciopero con una grande manifestazione a Roma il 19 ottobre. E occorre ricordare che, sempre più frequentemente, sulle pagine dei giornali compaiono notizie sconcertanti circa l'infiltrazione della criminalità organizzata proprio nel mondo dei call center. Non vi è dubbio che ogni generalizzazione in questo senso sarebbe sbagliata, fuorviante e non rispettosa dell'Associazione datoriale, ma è altrettanto evidente che certi segnali di allarme non possono in alcun modo essere sottovalutati. L'unico vero "codice etico" per il mondo del lavoro è il Contratto. Se ne convincano le Imprese."

"Per queste ragioni le segreterie nazionali del settore - Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil - hanno ritenuto, in un clima davvero unitario, di non dover approfondire nemmeno la parte economica del contratto, di non proseguire la trattativa e, soprattutto, di attivarsi già da lunedì prossimo per chiedere al Ministero del Lavoro la convocazione delle parti auspicando che il Governo chieda il massimo di responsabilità alle aziende di un settore così strategico per il sistema Paese."

"Non è pensabile - concludono Cestaro, Vitale e Di Cola - che importanti aziende di Telecomunicazioni possano candidarsi alla gestione di quel grande processo di innovazione che si chiama "agenda digitale" e che, al tempo stesso, le stesse aziende abbiano dentro il loro perimetro di influenza aree di lavoro non regolato dal contratto che esse stesse sottoscrivono. Naturalmente, nelle prossime ore, saranno attivate anche iniziative di coinvolgimento dei lavoratori e di mobilitazione della categoria."

venerdì 7 dicembre 2012

Comunicato sindacale


COMUNICATO SINDACALE

Care colleghe e cari colleghi,
come sapete il mandato della RSU Wind  è ormai scaduto da qualche mese.
Ci stiamo organizzando per procedere quanto prima alle  elezioni,  per dare a tutti voi la possibilità di eleggere le vostre rappresentanze.

Ultimamente in azienda abbiamo affrontato momenti difficili. La sospensione della cessione di ramo, il costo in termini economici che sta gravando su tutti noi, la difficoltà organizzativa nello smaltimento dei carichi degli istituti che l’azienda richiede, talvolta impone, ci ha dato parecchio da fare.

Le segnalazioni che ci fate, le domande che ci ponete, sono aumentate parecchio nell’ultimo periodo, e ciò non può che farci piacere, perché evidentemente tutti voi state prendendo coscienza in maniera sempre più forte di cosa significa essere un lavoratore,  di avere dei doveri ma anche dei diritti, che in un’azienda come WIND le regole sono in costante mutamento ed evoluzione , e che è vostro preciso dovere conoscerle ed applicarle, oltre che farle applicare nei vostri confronti.

Il ruolo del delegato è proprio questo: essere un punto di riferimento  per fornire a chi le chiede, tutte le informazioni necessarie a gestire al meglio la propria vita in azienda.
Il delegato vede nascere gli accordi, partecipa alle trattative, si confronta continuamente le risorse umane  per i dubbi interpretativi, ove essi sorgano, si forma e si informa in maniera continuativa, e  per permettere questo l’azienda mette a disposizione dello stesso anche un monte ore da dedicare all’attività sindacale

Quello che non capiamo però  è perché, soprattutto sulla sede di  Ivrea,  nonostante tutta la rappresentanza abbia dato continua prova di dedizione al ruolo e buonsenso,   il lavoratore che decida di rivolgersi a noi per informazioni , o  richieda il nostro appoggio per risolvere le difficoltà che magari incontra nel suo quotidiano debba essere  guardato con sospetto o addirittura dissuaso dal farlo.
Questo atteggiamento, oltre ad essere sgradevole e immotivato, può portare, in alcuni casi, a spiacevoli fraintendimenti e, non in ultimo, il ruolo della rappresentanza rischia di venire sminuito.

Wind Telecomunicazioni spa è un’azienda che nel settore viene citata come esempio positivo di correttezza e proficuità nelle Relazioni Industriali, e il percorso che abbiamo fatto insieme  per giungere alla firma dell’accordo dell’ottobre scorso ne è la prova.

Non crediamo quindi che sia interesse dell’azienda appoggiare atteggiamenti  o comportamenti di tipo antisindacale .

Invitiamo tutti i colleghi pertanto a continuare a rivolgersi serenamente alla propria RSU di riferimento ogni volta che  dovessero avere dei dubbi di tipo normativo o gestionale


                                                                                                 Le RSU WIND IVREA