venerdì 30 novembre 2018

Nota informativa incontro OOSS e Azienda del 30 novembre 2018


 Care Colleghe, cari colleghi,

nell’incontro odierno si è fatto il punto in generale sui prossimi cambiamenti che coinvolgeranno la sede di Ivrea.

 Il momento di trasformazione che interessa l’intero comparto delle TLC fa sì che sia necessario e imprescindibile proseguire in quello che è il macro obiettivo del DOT in relazione anche alle attuali esigenze di mercato nell’ambito della rete e dei servizi.  Il livello di sviluppo del web, il suo utilizzo sia a livello lavorativo sia a livello individuale, fa sì che la rete dati sia orientata definitivamente alla cosiddetta fibra, tecnologia che permette uno scambio dati adeguato alle attuali esigenze della società.  
 Il mercato quindi si è modificato e, purtroppo, il livello infrastrutturale dell’Italia a livello network è evidente soprattutto con le difficoltà di TIM che si sono palesate ultimamente e per le quali assistiamo a un cambio di approccio del Governo nei confronti di questo importantissimo tema.

 Anche WindTre deve adeguarsi alle nuove realtà ed è palese che ormai il servizio di punta dell’Azienda sia identificabile nella fibra FTTH (fibra pura) e soprattutto FTTC (Fibra più rame dal cabinet).

 Per questo motivo nei prossimi mesi alcuni comparti presenti nella sede di Ivrea saranno interessati da alcuni cambiamenti importanti che ci sono stati presentati oggi e sui quali manterremo una attenzione puntuale.

 Innanzitutto la gestione dei guasti ULL verrà affidata a un fornitore esterno e potranno così essere potenziati i servizi di gestione dei guasti della fibra (attualmente poco dimensionati). Si renderà anche necessario dedicare risorse maggiori nell’ambito provisioning e a tal fine una trentina di persone confluiranno dal gruppo Front Office Rete al gruppo Fixed Customer Provisioning (Adragna) dedicato a queste attività e, di queste, qualche unità proverrà anche dall’ambito di Supervisione Rete.

 Sarà cura dell’azienda sincronizzare tutti i processi di spostamento delle persone nei nuovi ambiti e la formazione necessaria sia interna sia nei confronti del fornitore. Per questo motivo il processo nella sua concretezza inizierà con il nuovo anno e sarà sviluppato presumibilmente nel primo trimestre del 2019.

   Le RSU WINDTRE della sede di Ivrea

venerdì 16 novembre 2018

Comunicato Stampa TIM

TIM AL CAPOLINEA

Nel 1997, l’ultimo anno della gestione pubblica, l’allora TELECOM era tra le prime cinque aziende del settore nel mondo.
Sviluppava un fatturato di circa 23 miliardi, i debiti stavano sotto gli 8 miliardi, gli investimenti ammontavano a circa 6,5 miliardi l’anno e i dipendenti erano oltre 120.000. Economicamente sana, adeguatamente capitalizzata e fortemente presente all’estero l’azienda era perfettamente in grado di affrontare la sfida della globalizzazione.
Vent’anni dopo, grazie all’intervento dei privati, l’attuale TIM fattura poco più di 19 miliardi, ha circa 30 miliardi di debiti, investe poco più di 3 miliardi, occupa circa 45.000 dipendenti e le partecipazioni estere si sono ridotto alla sola realtà brasiliana (TIM BRASIL).
I numeri raccontano di un lento ma costante processo di scarnificazione che ha impoverito l’azienda, il lavoro e il Paese.
Già 10 anni fa Eugenio Scalfari scriveva: “…l’azienda ha avuto la sventura di diventare preda di un capitalismo straccione, più attento a spolpare il grasso che ad investire in prodotti e tecnologie”.
Ora quel processo è sostanzialmente compiuto e del possente maniero non è rimasto che qualche arredo di pregio.
Il degno coronamento dell’impresa può essere ben riassunto nella scelta, anziché impegnarsi per un rilancio, di vendere quel che resta all’incanto e per piccoli lotti in modo da spremere ancora le ultime gocce, così che non resti traccia del misfatto salvo qualche migliaia di disoccupati in più.
E poco importa se, al contrario del resto d’Europa, al nostro Paese verrà meno una grande azienda che avrebbe potuto guidare il processo di digitalizzazione quanto mai necessario per poter competere puntando alla innovazione e allo sviluppo.
La politica (e i Governi) del passato portano la grave responsabilità di aver permesso tutto questo, mi auguro che la politica di oggi, ed in primis il Governo, non avallino questo progetto che ci ruberebbe un pezzo di futuro.
Il sindacato, unitariamente, aveva avanzato una sua proposta già nell’aprile scorso, la aveva inviata a tutti i gruppi parlamentari e, successivamente, al Governo appena insediato.
Ad oggi non è stato possibile avviare un confronto serio, spero che non si voglia perdere ulteriormente tempo e che l’incontro col Ministro dello Sviluppo Economico fissato per il 22 prossimo possa servire a fare un po’ di chiarezza.

13 novembre 2018

Il Segretario Generale Slc Cgil
Fabrizio Solari