Call
Center: Cestaro (Slc Cgil), Vitale (Fistel Cisl), Ugliarolo (Uilcom Uil),
il mancato rispetto delle leggi italiane provocherà oltre 8000
licenziamenti nei prossimi mesi
Sciopero
e manifestazione nazionale a Roma l’ 11 marzo
La
decisione di Poste Italiane ed Enel, aziende controllate dallo stato Italiano,
di assegnare le attività di call center senza rispettare la clausola sociale
contenuta nel DDL “appalti” approvato dal Parlamento, la volontà del Governo di
non far applicare quanto previsto dalle leggi italiane in tema di
delocalizzazioni di attività di call center, la scelta politica di privare il
settore degli ammortizzatori sociali ordinari, provocheranno nei prossimi mesi
oltre 8000 licenziamenti nel settore dei call center, di cui almeno la metà
vedrà aprire le procedure di licenziamento già nel mese di marzo.
Questo l’allarme lanciato dai segretari nazionali di
categoria in merito alla mancata convocazione da parte del Governo di un tavolo
di crisi richiesto dalle OO.SS nello scorso mese di gennaio alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
“E’ del tutto inaccettabile, dichiara Massimo Cestaro, che
due aziende controllate dallo Stato italiano come Poste ed Enel, possano
assegnare attività di call center senza rispettare le clausole sociali
approvate dal Parlamento. Se passa il principio che le aziende pubbliche non
rispettano le leggi perché mai dovrebbero farlo quelle private.”
“Da quattro anni, continua Vito Vitale, stiamo chiedendo il
rispetto dell’articolo 24 bis della Legge 134 del 2012 in tema di
delocalizzazione delle attività di call center. Nonostante i ripetuti annunci
dei vari Ministeri che avevano anche comunicato l’avvio delle sanzioni previste
dalla Legge, la normativa rimane totalmente disattesa. Si è consentito in
questo modo, a tantissime attività di essere delocalizzate all’estero e si è
impedito ai cittadini italiani un diritto di scelta a loro garantito dalla
legge. Questo ha ingenerato migliaia di esuberi ingiustificati, perché il
lavoro non è cessato ma è stato spostato, senza rispettare le leggi, in Paesi
con basso costo del lavoro e insufficiente garanzia sul trattamento dei dati
personali e sensibili.”
“Aver deciso di togliere, incalza Salvo Ugliarolo, gli
ammortizzatori ordinari al settore è una scelta miope e assurda che comporterà
nelle prossime settimane l’avvio di migliaia di licenziamenti nelle aree più
deboli del Paese, tanto accanimento contro le lavoratrici e i lavoratori di un
intero settore davvero non si comprende. E’ evidente che il sindacato non starà
a guardare passivamente l’indolenza o la complicità di chi ha condannato
migliaia di lavoratrici e lavoratori alla certezza di perdere il lavoro per
favorire imprese spregiudicate.”
Questa strada, concludono i tre Segretari Generali, porterà
l’intero settore al limite della legalità perché è evidente che non esiste un
solo imprenditore serio disponibile ad assumere attività in perdita. Questo in
un ambito economico che conosce, controlla e gestisce dati personali e
sensibili di milioni di cittadini italiani.
Siccome il rispetto delle leggi è un elemento fondamentale
per ogni democrazia e considerando che “la legge è uguale per tutti” e che
nessun cittadino e nessuna azienda può essere collocata al di sopra delle
leggi, venerdì 11 marzo, in occasione dello sciopero nazionale di
settore, manifesteremo a Roma con un solo slogan: fate rispettare le leggi che
il Parlamento Italiano ha votato.
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